Le foto di Colapesce | Stefano D'Orazio e i Vernice, una fiammata nella storia del rock | Radio, Musica, Vino
Tra gli "incontri" radiofonici di questi giorni anche Edoardo Prati, i Terconauti e i Sotterraneo. Alessia Cipolla mi spiega come si scelgono i calici, mentre Charlotte Cardinale canta Deserti Abitati
Ciao, rieccoci insieme dentro Extra. La radio mi permette anche di scoprire o riscoprire spezzoni di storia musicale o nuovi lati degli artisti, come la fotografia per Colapesce. Se Margherita Tercon mi racconterà l’avventura dei Terconauti che li ha già portati fino a Mattarella, spero di riuscire ad attingere alla stilosa sapienza del giovane Edoardo Prati. Poi ci sono i Sotterraneo che con il loro Dj Show trasformano i teatri in discoteche drammaturgiche. Tutto ciò accadrà in onda su Radio LatteMiele.
Questa settimana ho anche partecipato a un evento organizzato da Calvè, in cui ho potuto vedere all’opera da vicino le vincitrici di Masterchef Anna Zhang ed Eleonora Riso, insieme al vulcanico Andrea Mainardi. Lascio un reel poco sotto, lunedì mattina uscirà la mia intervista a tre per il portale de I Grandi Vini. Per il resto, buona lettura!
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LE “VISIONI” DI COLAPESCE
Lorenzo Urciullo in arte Colapesce ha visto di sicuro molte camere d’albergo nella sua vita, per concerti o per viaggi, da solo o nei tour con l’amico Antonio Dimartino. Così ha applicato la sua passione per la fotografia - analogica, digitale, con l’iPhone - a ciò che ha visto, affinando il suo sguardo e il suo obiettivo nello spazio “solitario” delle stanze d’hotel ma non solo: ha ritratto la nonna Teresa e la prozia Anna ma anche la sua Sicilia “sfinita”.
Da questi 200 scatti, tra i 1800 dell’archivio personale, nasce la sua prima mostra di fotografie “Doppia Uso Singola”, prorogata fino al 18 luglio alla Galleria Patrizia Armocida di Milano dato il flusso di persone che continuano a visitarla e a cercare le sue immagini, interessanti anche perché parte di queste è in formato 20x20 cm, lo stesso delle cementine, le piastrelle della tipica pavimentazione sicula.
Intanto quest’anno le arti visive stanno dando grandi soddisfazioni al cantautore. Ha ricevuto 2 nomination sia ai David di Donatello sia ai Nastri D’Argento sia per la colonna sonora del film “Iddu” sia per il miglior brano originale con “La Malvagità”: si tratta di doppie candidature piuttosto rare che seguono la vittoria del Soundtrack Stars Award all'81esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia proprio per le musiche di “Iddu”.
Lorenzo è reduce dal festival “Sopravento” di Fano, di cui cura la direzione artistica insieme a Dimartino, e non vedo l’ora di chiacchierarci insieme su LatteMiele.
“IL SIGNOR SU E GIU’”: STEFANO D’ORAZIO E I VERNICE
Esistono storie che navigano tra le pieghe del rock. Stefano d’Orazio, al di là dell’omonimia con lo storico batterista dei Pooh, è il frontman della band laziale dei Vernice che negli anni 90 mettono a segno diversi successi discografici, scalano le classifiche e arrivano al Festivalbar.
Nella fase finale del Festival di Castrocaro del 1992, in onda su RaiUno, viene chiesto loro di sostituire una parolaccia del loro brano in gara “Scema”: Stefano accetta, salvo poi cantare il testo originale, “str…”. E’ così che Claudio Cecchetto nota il gruppo e decide di produrlo. Diventano amici di personaggi come Vasco Rossi e Fiorello.
Tra i loro brani più amati e ancora ricordati dalla gente, spiccano il singolone “Su e giù” e “Solo un brivido”, che per poco non va al Festival di Sanremo. Purtroppo il percorso dei Vernice è falcidiato da crepe interne alla formazione, che sfociano in cause legali ancora non del tutto chiuse.
Ma Stefano è sanguigno e continua a esprimersi con la musica, desideroso di tornare sul palco. Ha da poco pubblicato il singolo “Non lo so”, in cui affiorano alcuni elementi della sua storia, per chi li sa cogliere. L’uscita del suo album “I grandi sogni” è prevista per dicembre, forse anche con un inedito fermo dal ‘93 e rimasterizzato. Non mancheranno i concerti. In radio mi farò raccontare un po’ di questa storia molto rock!
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I “DESERTI ABITATI” DI CHARLOTTE CARDINALE
La voce di seta di Charlotte Cardinale dipinge fragili incertezze posandosi sulle corde della chitarra acustica. Nei versi c’è il buio degli occhi, il fumo dei pensieri, l’assenza di ossigeno. Restano solo un alone di speranza sbiadita e un pizzico di cenere.
Sono i suoi “Deserti abitati”, immersi in una dimensione elettronica avvolgente, tratteggiata da percussioni che sembrano richiamare orizzonti tribali, unendo pop, cantautorato, urban e trip hop, strumenti suonati e beat sintetici.
La raffinata ballad dell’artista - che vede i suoi natali in Sicilia, studia al conservatorio di Palermo, si trasferisce a Roma a 19 anni e ora vive a Malta - nasce un anno fa: “Parla di speranza smarrita di fronte ai conflitti senza fine nel mondo, di fragilità che si mostra senza paura, ma anche di forza silenziosa. È il suono di una bandiera bianca che sventola nel vuoto di un deserto... chiedendo ascolto, senza mai urlare”, spiega Charlotte.
La produzione è affidata a Mattia Cominotto, fondatore del Greenfog studio, fonico e produttore artistico, già al fianco di artisti come Tre allegri ragazzi morti, Punkreas e Meganoidi. Con questi ultimi, come chitarrista e autore, ottiene il disco d’oro. “Deserti Abitati” suona come una promettente promessa, che contiene in sé teneri germogli da far sbocciare e far crescere forti.
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ALESSIA CIPOLLA: “LA SCELTA DEL CALICE È CULTURALE”
La scelta del calice corretto “non è semplice e non è una scienza esatta”. Alessia Cipolla, food designer, storica della tavola, curatrice della mostra “Note di pranzi – I menu nella storia”, ha fondato lo studio d’architettura d’interni Archipass e La Costruzione del Gusto, gruppo multidisciplinare specializzato nell’arte del mangiare e dell’ospitalità. L’ho intervistata per la rivista “I Grandi Vini”.
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